"Green" is the new Black?
Se un tempo fare shopping etico era sinonimo di comprare il caffè equo e solidale o il make up non testato sugli animali, oggi i migliori acquisti ecologici si fanno nella moda. Oggi conoscere la provenienza di quello che si indossa è incredibilmente cool.
Fare moda ecosostenibile vuol dire lavorare in una filiera protetta, volta a minimizzare gli sprechi, l'inquinamento e lo sfruttamento dei lavoratori, perchè "sostenibilità" non è solo ecologia, ma riguarda anche l'aspetto sociale della produzione.
"Buy better"
Negli ultimi anni sono sempre di più i marchi italiani nati con l'appellativo di "marchi di moda sostenibile", che sia per questioni puramente commerciali o etiche, la moda sostenibile è finalmente una realtà.
Ruj Heritage crede sia importante far comprendere ai consumatori la filosofia "Buy Better" con etica sociale e ambientale.
Nella sua piccola realtà Ruj si impegna nella ricerca e selezione di tessuti e pellami first quality trovati tra magazzini e stock in tutta Italia con l'obbiettivo di ridurre gli sprechi del fashion system e di riciclare la materia prima reintroducendola sotto con un nuovo design nuovamente nel mercato, contribuendo ad alleviare l'inquinamento globale. Inoltre la produzione limitata è una scelta di questo brand per alleviare sempre l'inquinamento: produrre poco e bene, evitando sprechi e giacenze. Valorizzando quindi l'articolo di un'unicità esclusiva.
"Sostenibilità" è soprattutto una filosofia, una cultura, una storia: scegliere un prodotto sostenibile e italiano significa comprare qualcosa di unico che ha tutto il sapore dell'Italia più bella, dando così un contributo importante alla nostra economia, facendo sì che grandi, ma soprattutto, piccole aziende continuino a svilupparsi.
E' importante instaurare un legame che va ben oltre la semplice vendita di un prodotto, bensì si fonda su valori morali comuni.
Il potere del vintage e del second-hand: il lusso a "tinte green".
È ampiamente noto che la moda è una delle industrie più inquinanti al mondo. Ogni anno si stima che vengano acquistati 120 miliardi di nuovi indumenti. Le aziende di rivendita di moda aiutano a contrastare questo fenomeno, e sono in crescita esponenziale, e gli articoli rivenduti faranno risparmiare al pianeta somme esorbitanti di euro in costo ambientale.
Un chiaro indicatore di questi valori si riflette nell'aumento della rivendita, celebrata per la sua vera sostenibilità. Collezioni off season, vintage e resell sono parole d'ordine alla moda dei consumatori dello shopping second-hand, principalmente grazie a TikTok, dove le ispirazioni di look d'archivio della Generazione Z e dei Millennial non vanno sprecate.
Con più marchi che si impegnano in un percorso verso la sostenibilità, c'è da stare attenti però, al fenomeno greenwashing, sicuramente uno strumento allettante per creare buzz, ovvero quelle strategie di marketing attuate per ritrarsi come eco-consapevoli: il greenwashing porta i consumatori a credere di supportare un marchio sostenibile quando non lo sono completamente.
"Honest luxury": L'innovazione è uno dei pilastri base del viaggio verso la sostenibilità.
Il riutilizzo dei materiali è una delle leve più importanti che l'industria della moda può utilizzare per ridurre il proprio impatto ambientale, anche chiamato "riciclo a circuito chiuso", che consiste nel limitare la produzione di materie prime vergini e diminuire gli sprechi attraverso l'uso ciclico di materiali già esistenti.
La sostenibilità si basa sulla trasparenza di un brand a livello produttivo, nell'analisi dei suoi impatti sulla produzione, sulla qualità della mano d'opera e, ovviamente, sull'aspetto etico. E il potere mediatico è fondamentale per mandare un messaggio positivo al consumatore: essere responsabili non significa dimenticarsi dello stile e del savoire-faire, ma è importante prendere iniziative per un futuro più verde!
